Brangelina vincono la causa: la segretaria viene licenziata
Pubblicato il 15.11.2012 | da Redazione
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Tante volte si è sentito parlare di personale di servizio, segretarie, assistenti, camerieri, maggiordomi che hanno fatto causa ai loro datori di lavoro e, se questi ultimi sono personaggi famosi e benestanti, i casi si moltiplicano.
Ritornano alla memoria, per esempio, le diverse cause intentate alla “collerica” modella Naomi Campbell che, spesso, ha perso in tribunale e ha dovuto pagare risarcimenti anche abbastanza elevati agli accusatori. In altre occasioni, invece, questi ultimi hanno avuto la peggio davanti ad una corte e sono stati costretti pure a risarcire chi avevano denunciato. Questo è quello che è successo ad Ana Luisa Chalotiaux, ex segretaria di Brad Pitt ed Angelina Jolie, che nel 2010 ha denunciato la coppia.
La donna, che si occupava della loro tenuta nel sud della Francia, il castello di Miraval a Correns, non aveva gradito, però, il ben servito e aveva intentato causa ai Brangelina denunciandoli per “licenziamento abusivo”. Ieri, a distanza di parecchio tempo è arrivata la sentenza del tribunale del lavoro di Draguignan che ha dato torto ad Ana Luisa Chalotiaux, stabilendo anche che dovrà pagare un risarcimento di cinquemila euro per i danni arrecati.
Durante il suo periodo di lavoro presso il domicilio francese della coppia di attori, infatti, la donna era spesso assente per motivi di salute e, come sostiene il loro avvocato: “queste assenze creavano disordine nell’organizzazione della casa, una vera e propria impresa”. Se c’è molta soddisfazione per questa sentenza del tribunale da parte delle due stelle di Hollywood ce n’è molta meno da parte dell’avvocato dell’ex segretaria. Il legale, innanzitutto, si dice pronto a ricorrere subito in appello ma, soprattutto, afferma di non ritenere giusto il giudizio perché sarebbe stato influenzato dalla grande popolarità degli accusati, danneggiando notevolmente la sua assistita. “Credo che paghiamo il prezzo di una decisione, troppo attenta agli interessi economici e al glamour della coppia”, continua e considera la sentenza alquanto sorprendente perché ha voluto tutelare gli interessi economici e la celebrità dei datori di lavoro piuttosto che i diritti dei dipendenti. Senza tenere assolutamente in conto, inoltre, il desiderio e, spesso, la necessità di chi deve mantenere un lavoro per andare avanti.